Premetto che sono fiorentina e che frequento la pensione Bencistà da una vita—più precisamente da quando, a 8 anni, passai un bellissimo fine settimana all'albergo con mia nonna in visita a Firenze. Nel passato la proprietà era gestita da una signora dal nome di Beatrice-- una donna eccezionale, gentile, solare, intelligente, una vera signora fiorentina d'altri tempi. Morta tristemente la signora Beatrice, ora purtroppo la gestione è passata ad altri membri della famiglia, fra cui la nipote Laura, una giovane arrogante e totalmente priva del benché minimo savoir faire. Siamo andati a prendere un aperitivo con alcuni amici l'altra sera, in compagnia dei nostri bambini, e questa giovane ci ha trattati "a pesci in faccia". Non voleva neanche darci dei cuscini da mettere sui divani da giardino in plastica, e quando abbiamo chiesto dell'acqua per i bambini sembrava che gli chiedessimo chissà che. E tutto questo perché? Perché avevo disdetto la cena (essendo stata trattata male da lei al telefono). Soltanto perché eravamo delle famiglie italiane, e non degli ospiti inglesi o americani da ingannare con l'apparenza dell'"ospitalità italiana," tutta sorrisi falsi e ammiccamenti, mentre di nascosto si maledicono gli stranieri. Una vera vergogna! E lo dice la discendente di una famiglia che ha fondato e gestito per tre generazioni un grande albergo nel centro di Firenze. L'ospitalità vera si dimostra nei confronti di tutti—sia ospiti che visitatori esterni, ospiti in Porsche o in Fiat500. Perché la vera bellezza dell'ospitalità e della vita sta nell'essere aperti e gentili nei confronti di tutti. Questo la signora Beatrice l'aveva ben compreso. Peccato che gli attuali proprietari se lo siano dimenticati.
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