Parliamo di stelle. Non quelle Michelin né quelle di Negroni: parliamo delle stelle secondo le quali si dovrebbe scegliere un albergo piuttosto che un altro. Il Grazia Deledda di Sassari ne ha quattro. Quindi, direte voi, è una garanzia di qualità, accoglienza e comfort, tale da rendere la prenotazione quasi una sicurezza. Ma non sempre è così. Iniziamo dal posteggio. Posti auto incastonati tra pilastri di cemento a rischio fiancate anche per guidatori esperti, tranne alcuni che fortunatamente abbiamo potuto utilizzare, ma per salire dal parcheggio alla reception c'è solo la rampa in cemento da percorrere rigorosamente a piedi, e considerando la temperatura torrida e una disabilità del 100% è tutt'altro che comodo. Se c'era l'ascensore, comunque, era mimetizzato talmente bene che non lo abbiamo visto. Quello dell'hotel, invece, era fuori servizio per manutenzione. Ci sta; ci hanno fatto usare l'ascensore di servizio. Nessun problema. La camera. Bagno non finestrato con aspiratore guasto e totale assenza di una modanatura alla quale appendere gli asciugamano del lavabo. Quella del bidet, per fortuna c'era. Un po' di incuria nei particolari (copriviti mancanti e tappetino doccia da mercatino rionale) che potrebbe passare sotto silenzio con una stella in meno. Ma qui le stelle sono quattro. Frigobar vuoto e (a quanto sembra) non funzionante. WiFi attivato ed erogato a singhiozzo, nel senso che a ogni pochi secondi di connessione ne seguono parecchi di disconnessione. La cassaforte in camera era chiusa e non voleva saperne di aprirsi. Chiamiamo la reception e ci mandano il tecnico che, a onor del vero, si dà daffare per rimetterla in funzione, ma la buona volontà contro la cattiva qualità difficilmente ha la meglio. Morale della favola: andiamo a cena (cena di lavoro, nota bene) e ci portiamo dietro lo zaino con dentro computers, tablet, eccetera, eccetera. Dieci e lode in comodità. Altre cosucce qua e là, tipo la rubinetteria della doccia incrostata di calcare, un telo da bagno macchiato (spero) di ruggine e il paralume dell'abat-jour rotto, ma non stiamo troppo a sottilizzare. Parliamo di stelle, dicevamo. Non di quelle Michelin né di quelle di Negroni. Parliamo di quella stella, fortemente immeritata, che l'Hotel Grazia Deledda di Sassari dovrebbe restituire con umiltà a chi gliela ha conferita, probabilmente in tempi non contraddistinti dall'approssimazione e, permettetemelo, dalla cialtronaggine.
