頓匹斯辛納飯店

Soggiornare all'Hotel Le Dune Piscinas è stata un'esperienza magica, difficile da descrivere a parole. Un luogo sospeso nel tempo e nella storia, immerso in una natura selvaggia e incontaminata, dove il rumore del mare e il soffio del vento tra le dune creano un'armonia perfetta. Ogni momento trascorso qui è stato pura meraviglia: l'accoglienza calorosa, la cucina raffinata e camere stupende. Ho respirato libertà, bellezza e pace come raramente accade. Un angolo di paradiso che custodirò nel cuore, con la speranza di poterci tornare presto. Questo non è il solito hotel di lusso, ma considerando la sua ubicazione ogni cosa assume un valore diverso.

Le Dune Piscinas, con i figli sino a 3 anni o da 70 in su, se non siete in questo range, o, non cercate un eremo, in uno splendido e desolato mare (Lina Wertmuller), non fa per voi. Autoproclamatosi 5*****L, solo per i costi, è, in realtà, un medio-alto 4****(L) dove le parentesi stanno per “ci stanno lavorando”. La struttura è un’appendice di una ex struttura mineraria, completamente ricondizionata, spiaggiata a Piscinas, che dista circa 140 km dal Cagliari Elmas e, per arrivarci, dovete percorrere una strada poco segnalata, con gli ultimi 20 km di percorso indigeno e gli ultimissimi 7 di polveroso sterrato, con molti tratti a corsia unica, dove le sospensioni vanno in conflitto con quello che avete nello stomaco. In compenso, quando arrivate giù, lo spettacolo delle “dune” è unico. Per chi volesse tentare, anticipo che gli addetti al ricevimento, durante il tour della struttura, ampia e con molti servizi (piscina, wellness e spa, palestra, biblioteca, zona relax, etc), vi raccontano la storia dell’ex miniera, oltre l’originale tunnel di ingresso, indifferenti al fatto che siete li per le coccole, desiderosi di attenzioni, per la natura selvaggia, il mare, lo splendido tramonto, la scultura di Cascella poggiata sulla sabbia. Ma poi, quando li cercate, salvo rari casi (Giorgia), se rispondono lo fanno con incomprensibile latenza. Non troverete, anche se d’obbligo per quella categoria, alcun arredo iconico (Mies van der Rohe, Stark, Cassina) ma, per una (miope) scelta della proprietà, solo modeste imitazioni, realizzate in (triste) legno scuro come l’imponente soffitto della lounge-bar che, con le pareti perimetrali in pietrisco di risulta, crea un ambiente talmente cupo, che, se non guardi verso l’esterno, potresti pensare di trovarti in un tradizionale rifugio dolomitico, con ampio camino, inferrate alla bocchette di sistema di condizionamento. Confido che seguano il mio suggerimento per l’immediata rimozione dell’imbarazzante “tunnel”, realizzato in scuro ferro battuto, rievocazione della tana del cervo, posto nel corridoio principale tra la lounge-bar e il ricevimento. Il food è buono, se evitate il maialino sardo al mirto, mentre il pesce alla plancia (grigliato) è uno strazio se pulito e impiattato dai camerieri a cui manca la necessaria competenza. Lo chef Biscotti (Sorrentino) è bravo, e, meraviglioso è il maìtre sommelier Diego, professionale la maitre Simona, brava e di fiera bellezza sarda Jasmin Giulia; gli altri della brigata di sala sono degli educati scappati di casa. Buffet breakfast ampio, buono e completo. Incomprensibilmente fitti, stile Rimini, gli ombrelloni nell’immensa spiaggia, dove i lettini (sempre x miopia) sono sprovvisti di un (comodo) topper. Socialità assente, tranne i cordiali saluti durante i food-break. Gli ospiti, di tutte le età, affetti da connessione costante agli smartphone, annoiate vittime dei social media, non sono motivati a socializzare de visu e, a questo riguardo, anche se non richiesto, suggerisco